I briganti son tornati

Michelina_de_CesareAccade quando ad essere in pericolo è la terra. È la storia della Calabria, che dormiente pare e sempre m’è parsa. Ma la terra, la terra non si tocca.

Da una parte un colle in salita, dall’altra la discesa del fianco della montagna. In fondo alla valle la città. Dormiente la città, sveglia la preSila, in una fredda notte di febbraio.

Ritrovi persone che non vedevi da molto tempo; incontri nuova gente, occhi nuovi e occhi a cui l’anima sente di appartenere da sempre. In poco tempo, nasce un nuovo movimento.

Le assemblee, le notti intorno al fuoco, per presidiare l’accesso alla discarica. Ogni nuova mattina è la mattina in cui passeranno i camion per sversare la spazzatura di una regione in emergenza. La direzione della lotta cambia a poco a poco. Si parla di “tal quale”,  spazzatura priva di pretrattamento; si negozia; i sindaci fanno il loro buon gioco da scribacchini. Ci è negata identità di soggetti politici, non siamo invitati a sedere ai tavoli ufficiali delle trattative dove i Pugliano di turno propongono la fetta di torta ai sindaci, ai mafiosi che gestiscono la questione rifiuti in Calabria, ai tecnici. Noi restiamo fuori, pur presenti ma assenti.

A noi è dedicato solo lo spazio di un bar in cui i “cari” sindaci ci riportano le chiacchierate delle tavole politiche imbandite. Spiegano la situazione in maniera ambigua, mangiando birra e panino.. i Vrenna non sono i Muto, non ne esce neanche una cena a base di pesce per i sindaci della preSila!

Ci usate? Vi useremo!

Noi siamo quelli che incontrate al bar e con noi chiacchierate di ulteriori accordi.

Noi siamo quelli che incontrate al bar e ci criticate per le maniere in cui si portano avanti le lotte.

Noi siamo quelli che incontrate in piazza e ci dite che tutto è vano perché il potere non ci appartiene.

Noi siamo quelli a cui appartiene la Potenza!

La potenza di attendere ogni nuova mattina in cui qualcosa accadrà.

La potenza di svegliarsi all’alba per attendere il momento in cui solo il nostro corpo fermerà Golia. La potenza di amare le albe in Presila ed esser ogni mattina alla sbarra perché la notte intorno al fuoco è calda, perché ognuno e ognuna ha un racconto che ci tiene compagnia. Perché al mattino c’era l’arcobaleno ad attenderci.

La potenza di confrontarci faccia a faccia con la celere schierata. Di spingere contro i loro scudi. Noi abbiamo radici in questa terra e quando Gaetano punta le radici, spostarlo è impresa dura!

La potenza di restar seduti a terra mentre il camion cerca di passare sui nostri corpi. La potenza di non cedere alle provocazioni ma resistere nonostante i giochi mafiosi che incitano alle guerre tra poveri; di resistere contro il braccio armato dello Stato, che non vuol avere volto, ma che vede bene i nostri volti.

La potenza di non farsi intimidire!

Questa non è la Val Susa; si fatica a condividere in pieno gli ideali dell’anti fascismo, dell’ anti razzismo e dell’anti sessimo. Eppure, la lettera di Chiara dal carcere è in presidio e tutti e tutte possiamo leggere la potenza di una scelta. Sempre dall’altra parte della barricata, perché una volta che sei stata guerriera, non puoi tornare ad una vita di compromessi.

Nel frattempo si tracciano strade; il coordinamento dei comitati sparsi su tutto il territorio calabrese mi sembra un nuovo modo di intendere la politica. In fondo, siamo sempre stati bravi a tracciar solchi sul terreno.  Spargo semi al vento, chissà fiorisce il cielo! Ma noi i semi li spargiamo sulla terra e non saranno fiori ma querce pronte a sfidare il vento.

Uno slogan per la preSila, un canto per la preSila, tante idee per la preSila. Amore.

Cambiamo insieme. Una chiacchierata con Ale al bar di Motta; lei mi racconta della sua attività politica nel partito; io le racconto la mia anarchia. Mi scrive qualche giorno fa.. mi racconta di non aver votato!

È questo ciò che siamo. Gente semplice, con tante cose da imparare e la curiosità giusta per farlo.

Un ragazzo molto giovane, dai capelli biondi e gli occhi chiari, mi racconta di come cambia la montagna. Da quando c’è la discarica in preSila, le rose seccano. Vedere una rosa seccare è la ragione per cui qualcuno vorrebbe (ri)prendere in mano i fucili. È la ragione per cui qualcuno ha abbandonato il suo lavoro per essere presente in maniera costante. È la ragione per cui un uomo che ha sempre creduto nei valori di destra ora chiede asilo politico ad un’anarchica. È la ragione per cui i militanti e le militanti restano, nonostante una bandiera tricolore dipinta sul muro (in fondo, basta cancellarla, dal muro e dalla mente).

Ho visto gente, con le lacrime agli occhi, soffrire per le speranze deluse; quelle lacrime, sono rugiada di importanti risvegli. Siamo la gente che si è svegliata ed i nostri antenati ci paiono più vicini che mai.

Il folle del villaggio, c’è sempre un folle del villaggio, interrompe costantemente le assemblee per esprimere le sue amare verità. C’è del metodo in questa follia e Amleto anche qui svelerà i segreti celati da anni di politiche mafiose. Siamo noi Amleto, ma tra l’ essere e il non essere abbiamo scelto. Nua ci simu!

lulù


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